Tab Article
Il De constantia sapientis, tramandato come secondo libro dei Dialogi di Seneca, è dedicato ad Anneo Sereno, e argomenta il paradosso stoico secondo cui 'il saggio non può subire offesa'. Con questo studio si intende offrire una chiave di lettura di questo testo, che non ha ricevuto particolare attenzione da parte della critica. L'introduzione mette in luce le problematiche relative alla datazione, che alcuni rimandi interni permettono di collocare in un periodo antecedente alla morte di Claudio; alle fonti, fra cui acquista rilievo la giurisprudenza romana; all'intento politico in senso lato, con la valorizzazione dell'importanza del filosofo per lo Stato; allo stile, che si contraddistingue per la presenza di sillogismi e similitudini laddove il Seneca maturo ricorrerà a sentenze e metafore. La traduzione cerca di valorizzare il ricorrere dei termini chiave e la vivacità icastica delle formulazioni senecane. Il commento mette in luce, sul piano dei contenuti, il radicamento del tema, proprio dello Stoicismo ortodosso, nella realtà giuridica e sociale romana, sia sul piano legislativo che su quello della vita quotidiana dei nobili del tempo.